Mostra di Miguel Ángel Blanco (Madrid, 1958) nella quale vengono esposte diverse opere realizzate in lapis specularis, materiale creativo che l'artista utilizza con un duplice obiettivo: da un lato esplorare le sue qualità plastiche, poetiche e meravigliose, dall’altro rievocare la Storia Antica, ricordando l'uso che durante l'Impero Romano venne fatto delle lastre di lapis specularis nell'architettura e nella vita simbolica.
Questo minerale costituito da gesso cristallizzato, di grande trasparenza, che può essere esfoliato in lamine di ampia superficie, è stata una rivoluzione nella vita quotidiana dei romani. Ha permesso, nelle residenze private e negli edifici pubblici, di chiudere finestre e stanze o peristilii con pannelli scorrevoli, nonché di mantenere meglio la temperatura nelle terme; proteggeva anche le aperture delle portantine e veniva utilizzato in piccole serre o costruzioni. Ma aveva un suo significato simbolico, come elemento magico e propiziatore in diversi riti.
Le miniere di lapis specularis della Spagna, concentrate intorno a Segóbriga e nella provincia di Almería (Arboleas), fornivano la qualità più pura, che veniva esportata nelle grandi città dell'Impero. L'artista Miguel Ángel Blanco da loro una nuova vita, fondendo Arte e Natura in un progetto unico. In una serie di libri-casse che fanno parte della sua Biblioteca del Bosco, ha ricreato non tanto le sue funzioni pratiche quanto il suo utilizzo rituale, con un approccio più visionario che archeologico.