Uno degli aspetti più sintomatici delle nuove tendenze cinematografiche riguardanti il mondo rurale è la volontà di preservare il patrimonio culturale di ogni zona. Attraverso l'arte, la registrazione diventa anche trasmissione, contribuendo ad estendere una lunghissima catena che la nostra realtà dominante sembra voler spezzare senza possibilità di ritorno. La cura e il rispetto per la tradizione folcloristica trovano uno dei loro maggiori esponenti in Muyeres, film della giovane regista Marta Lallana. Ambientato sulle montagne asturiane di Somiedo, il lungometraggio si propone di riflettere una serie di canti e conoscenze che sono stati tramandati nei secoli in quel luogo, ma che ora rischiano davvero di svanire. Per farlo, la regista ricorre alla figura del musicista Raül Refree come elemento estraneo a quella realtà che viaggia verso di essa cercando di preservarla. Sinossi: Nel cuore delle montagne asturiane di Somiedo c’è un luogo dove il tempo si ferma. Tra il reale e il fantastico vivono donne che custodiscono antichi canti, mostri mascherati che danzano al chiaro di luna e numerose leggende che vengono raccontate attorno al fuoco. Un noto musicista decide di lasciare tutto e di recarsi lì per tenere traccia di tutto questo patrimonio prima che vada perso. [Fonte: Corte y Confección de Películas].
