Attività culturali

Strata Incognita

Strata Incognita Grandeza Studio + Locument

Questo cortometraggio sperimentale ha partecipato al Padiglione Spagnolo della Biennale di Architettura 2023, intitolato «Foodscapes. Il laboratorio del futuro». I suoi creatori (architetti, registi e direttori della fotografia fondatori di due case di produzione) utilizzano gli strumenti espressivi dell'audiovisivo sperimentale e artistico per la proiezione di nuovi concetti spaziali e vitali con cui comporre un mondo migliore.

Sinossi: Pochi centimetri sotto i tuoi piedi, milioni di creature si uccidono, si mangiano, si riproducono, si alleano e combattono tra loro. Ricompongono la morte nella vita, depurano l'acqua che bevi, rendono respirabile l'aria che respiri e producono il 95% del cibo che ingerisci. Sei terra digerita. Ogni volta che mangi, le sostanze del suolo si ricostituiscono nella materia che ti compone. Tuttavia, molte delle creature e dei processi ecosistemici che fanno funzionare i suoli resistono dall'essere catturati da metodi di produzione di conoscenza ancora vincolati dai regimi del visibile. Il suolo è il nostro mondo alieno più vicino.

Strata Incognita propone un viaggio trans-scalare e trans-temporale attraverso le geografie che articolano il suolo come infrastruttura per la coltivazione di alimenti, ma anche come ecosistema e archivio somatico di crimini, memorie e mitologie.
Il cortometraggio esplora i paesaggi nascosti che costruiscono e distruggono i suoli, collegando i processi biologici e chimici che avvengono sottoterra con la produzione industriale di pesticidi, fertilizzanti e biostimolanti, nonché con i conflitti geopolitici e ambientali associati alla loro produzione e distribuzione.

In una messa in scena itinerante, quattro misteriosi agenti intervengono sul suolo appropriandosi dell'attrezzatura del laboratorio scientifico e dello scavo archeologico, trasformando al contempo la loro estetica di verità e certezza peritale in armi dialettiche e di immaginazione politica. Strata Incognita invita a pensare ad altri modi di coltivare il nostro rapporto con il suolo e a disimparare i presupposti epistemici che sostengono il nostro approccio iper-estrattivo a questo mondo tanto vicino quanto estraneo.

[Fonte: La casa de la arquitectura].

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