Da Corona a Viceregno: i musicisti e il compianto per la Napoli aragonese nei primi decenni della Napoli spagnola (1503-1553)
Terzo ed ultimo incontro del ciclo di conferenze dedicate alla mostra «Gli Spagnoli a Napoli. Il Rinascimento meridionale» a cura del musicologo Dinko Fabris.
Tema della conferenza: Durante gli ultimi due decenni del Quattrocento, grazie alle politiche culturali promosse dalla corte degli Aragonesi, Napoli aveva ospitato la cappella musicale di stato più numerosa e prestigiosa d’Europa. Con la caduta dell’ultimo sovrano aragonese, esiliato a Valencia, e l’arrivo del primo viceré di Spagna dal 1503, Napoli perse il rango di capitale provocando un trauma che fu sanato soltanto con l’arrivo del primo sovrano Borbone, Carlo, nel 1734. I cantori della disciolta Cappella aragonese si sparsero in tutta Italia e solo pochi virtuosi restarono in città, al servizio di nobili. Diversi avvenimenti cambiarono il ruolo della musica che entrò nei programmi educativi della gioventù aristocratica napoletana, alla quale i viceré spagnoli proibirono di maneggiare armi e cavalcare, le due prerogative che ne formavano l’orgoglio: nei decenni successivi fare musica divenne così l’unica forma di riscatto e di affermazione della propria superiorità almeno artistica rispetto ai dominatori spagnoli.
Questa conversazione illustra il paesaggio sonoro e storico-culturale emerso durante il lavoro comune con i musicisti specializzati dell’ensemble Micrologus di Assisi, coordinati da Patrizia Bovi, per elaborare il programma del concerto presentato a Madrid durante la mostra del Prado nell’inverno 2022 ed ora a Capodimonte.