Attività culturali

Percorsi e intrecci della mostra, tra pittura e scultura

Percorsi e intrecci della mostra, tra pittura e scultura © Pedicini

Il primo incontro del ciclo di conferenze, organizzato dall’Instituto Cervantes di Napoli in occasione della mostra «Gli Spagnoli a Napoli. Rinascimento meridionale», è dedicato alla presenza di artisti spagnoli nell’Italia dei primi anni del secolo XVI.

Tema dell’incontro: La presenza degli artisti spagnoli nell’Italia dei primi anni del XVI secolo, ha un capitolo di grande importanza a Napoli. L’incorporazione del regno alla Corona di Spagna lo trasformò in un luogo attraente per ricevere quei maestri che si erano formati a Roma o a Firenze e che fecero di Napoli un’altra tappa del loro viaggio. Bartolomé Ordóñez e Diego de Siloe sono figure di riferimento nel campo della scultura, che lasciarono una grande impronta nella città e tornarono in patria carichi di novità. Su questa stessa linea è molto probabile che anche un altro dei più importanti maestri della scultura spagnola di quel periodo, Alonso Berruguete, sia passato per la città partenopea prima di rientrare nella penisola iberica, con un linguaggio rinnovato e avanguardista.
 
Manuel Arias, dottore in Storia dell’Arte all’Università di Valladolid. Nel 1992 entra nel Cuerpo Facultativo dei Conservatori di Musei ed è vicedirettore del Museo Nacional de Escultura di Valladolid fino a giugno del 2021, anno in cui entra al Museo del Prado. La sua linea di ricerca è focalizzata sull’uso di fonti e sulla diffusione di modelli nel Rinascimento e nel Barocco, con lavori che hanno come oggetto di studio scultori come Juan de Juni Gaspar Becerra o Alonso Berruguete. Lavora anche nell’ambito del collezionismo e del mecenatismo. È membro onorario della Real Academia de Bellas Artes di Valladolid.

Andrea Zezza insegna storia dell’arte moderna all’Università della Campania Luigi Vanvitelli. Le sue ricerche riguardano soprattutto l’arte del Rinascimento in Italia meridionale, vista tanto sotto i diversi aspetti della storia degli artisti e della produzione artistica, del collezionismo, della letteratura artistica e del rapporto tra artisti e letterati. Tra i libri da lui curati ricordiamo la monografia sul pittore senese Marco Pino (2003), l’edizione commentata delle Vite dei pittori, scultori e architetti napoletani di Bernardo de Dominici (con F. Sricchia Santoro (4 voll., 2003-2014), il volume Arti e lettere a Napoli tra Cinque e Seicento: studi su Matteo di Capua principe di Conca (2021)  e le mostre  Raffaello a Capodimonte. L’Officina dell’artista (con A. Cerasuolo e M. Cardinali, 2021) e Otro Renacimiento. Artistas españoles en Nápoles a comienzos del Cinquecento  (con R. Naldi, 2022-2023).

Riccardo Naldi insegna Storia dell’arte moderna presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”.
Il suo principale campo di studio è la produzione figurativa a Napoli e nel Mezzogiorno, analizzata focalizzando l’attenzione sui rapporti con l’Italia e l’Europa e sulle connessioni dell’opera d’arte con il contesto sociale e culturale.
L’attività di ricerca si è costantemente accompagnata alla collaborazione con gli organi di tutela, al fine di promuovere iniziative volte a sensibilizzare il pubblico non solo alla comprensione storica dei manufatti artistici, ma anche ai problemi della loro conservazione.  
Tra gli altri lavori, ha pubblicato una serie di volumi dedicati alla scultura napoletana del Cinquecento e alle sue relazioni con la Toscana e la Spagna.








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