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Dalla dittatura alla democrazia (1975-1982)

Dalla dittatura alla democrazia (1975-1982) Wikimedia

Il 20 novembre 1975, data della morte di Franco, non c’era nessun copione scritto, nessun percorso stabilito in anticipo che potesse portare pacificamente una dittatura autoritaria di quasi quattro decadi a trasformarsi in piena democrazia, riconosciuta dai paesi dell’Europa Occidentale. Le cose si sono evolute in modo determinato, ma sarebbero potute andare diversamente. Il risultato finale, almeno a partire dal 1982, fu quello di una monarchia parlamentare fondata su una Costituzione democratica, dall’ampio catalogo di diritti e libertà, frutto di una transizione complessa, disseminata di conflitti, di ostacoli previsti e di problemi inaspettati, in un contesto di crisi economica e di incertezza politica.
Molti avvenimenti in appena sette anni di storia. In un primo momento, fino alle elezioni generali del 1977, le élites politiche provenienti dal franchismo portarono avanti una riforma legale delle istituzioni della dittatura, spinte dal basso dalle forze dell’opposizione democratica e da un’ampia mobilitazione sociale di identità molto diversa. Un secondo passo porterà dalla formazione di un Parlamento democratico, con il potere e la volontà di redigere una costituzione, fino all’approvazione del testo concordato dai principali partiti politici durante il referendum di dicembre 1978. Stabilito l’ambito giuridico, negli anni successivi ebbe inizio lo sviluppo dello Stato di diritto e dell’organizzazione territoriale autonoma all’interno di situazioni gravi come l’involuzionismo militare, il terrorismo o la crisi del sistema dei partiti. Quando i socialisti salirono al potere, dopo la vittoria schiacciante dell’ ottobre 1982, si poteva dire che la transizione si era conclusa e che la democrazia andava verso il consolidamento.

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